Il nuovo portiere granata dopo essere arrivato in questa sessione di mercato ha preso parte a un’intervista sui canali del Torino

Franco Israel si è raccontato ai microfoni del canale YouTube del Torino:Sono molto contento di essere qui, in questa squadra. Ne approfito per ringraziare i dirigenti e lo staff tecnico che mi ha dato questa opportunità e ha dato fiducia in me.”

L’uruguayano ha commentato lo speciale rapporto che ha con la squadra e con la città di Torino, che è stata la prima che ha visitato in Europa prima di andare a Lisbona: Torino è nel mio destino diciamo perché io quando sono arrivato in Europa la prima città che mi ha accolto è questa. Ho fatto tre anni a Lisbona e poi sono tornato quindi diciamo che è nel mio destino”. Nonostante le diverse offerte propostegli, Israel non ha esitato di firmare con il Torino per arrivare a far parte di un grande club: “Il mio manager ha già detto che avevo qualche offerta tra Arabia, Messico e Brasile, ma appena è uscito l’interesse del Toro non ho avuto dubbi perché io volevo giocare qua, in Serie A, per giocare le partite importanti. Quando è uscito il Toro, una squadra grande, così importante, gli ho detto che volevo venire qui“.

Israel ha raggiunto la Serie A

Israel ha definito Torino come la piazza giusta da cui ripartire, arrivare in Serie A potrà permettergli di giocare ad alto livello e di sviluppare il suo percorso di crescita: “Questo è il posto giusto per me perché ho fatto qualche partita di livello a Lisbona e per la mia crescita credo che questo sia il giusto momento per fare un passo in avanti e venire qua al Toro, in Serie A, a giocare in un campionato importante“. L’estremo difensore ha iniziato a vestire la maglia granata come già avevano fatto altri suoi connazionali: E’ una squadra molto importante, è una sfida personale, tanti giocatori uruguayani hanno giocato qua al Toro e li vedevo da piccolo nella tv, ma per una questione di età non li conosco personalmente, non ho giocato con loro, ma in Uruguay è un paese piccolo, siamo 3,5 milioni”. In un paese come l’Uruguay sono pochi giocatori che proseguono le proprie carriere all’estero, e in Serie A si è aggiunto il nuovo portiere del Torino: “Ogni giocatore che esce dall’Uruguay e va a giocare all’estero lo vediamo tantissimo. In più anche la Serie A, un campionato così importante, adesso credo che siamo Mathias Vecino, Oliveira e io. Siamo solo in tre gli uruguayani in Serie A”.

Le origini

Successivamente, Israel ha raccontato la sua storia familiare e delle sue origini che lo legano al Piemonte: “Le mie origini sono del Piemonte, di Bobbio Pellice. Il bisnonno di mio padre era di lì, poi lui è partito ed è andato in Argentina e suo figlio è andato in Uruguay. Da li ho il passaporto e la cittadinanza italiana. In questi mesi andrò di sicuro, perché mi piacerebbe vedere come era il paese delle miei origini”. Dopo aver raccontato delle sue radici familiare, Israel ha parlato dello stretto legame che ha con i membri della sua famiglia: “Dopo la mia famiglia ho mio padre che sta di più con me, mi segue dove sto giocando e le partite che faccio. Mia madre è in Uruguay e non viene tanto qua perché ha il lavoro che non gli permette di venire, però sta comunque tanto con me. E poi ho mio fratello, che ha due anni in più di me e anche lui non viene spesso, ma quando viene si sente tantissimo”.

L’inizio del suo percorso calcistico

Israel nel corso dell’intervista ha raccontato di come ha iniziato a giocare a calcio, e del motivo che l’ha portato ha proseguire la sua carriera in favore di un percorso nel basket: “Prima del calcio c’era il Basket, ho iniziato a giocare a basket quando avevo 6 anni, poi mia madre ha deciso che dovevo fare per forza un altro sport. Io ho scelto il calcio come secondo, dopo tre anni ero in nazionale del mio paese di entrambi, in quel momento dovevo decidere se uno o l’altro. Quindi ho scelto il calcio perché io ero più forte a basket, ma ho scelto il calcio perché avevo più amici”. Dopo aver scelto il calcio, Israel si è adattato bene al ruolo di portiere dal momento che grazie al basket aveva sviluppato una discreta sensibilità nel controllo del pallone con le mani: Sono sempre stato un portiere, a basket mi piaceva avere la palla tra le mani e quindi sono andato subito in porta. Non ho mai provato a fare l’attaccante o il difensore, subito in porta”.

le caratteristiche da portiere

A seguire Israel ha analizzato le sue abilità da portiere per cercare di definire quelli che sono i suoi punti di forza che lo rendono un elemento prezioso per il Torino: “Quelli che mi conoscono dicono che sono un portiere reattivo e sono veloce con i piedi, lavoro tanto con i piedi e con gli spostamenti”. Oltre alle caratteristiche fisiche, l’uruguayano ha rivelato quanto per lui sia fondamentale avere una buona mentalità mentre si gioca: “Una caratteristica mentale che credo è importante per tutti gli sport, ma anche per tutti i ruoli, soprattutto per noi portieri che dopo aver fatto un errore o una bella parata è importante lasciarsela dietro perché tanto ci sarà un altra occasione più tardi. Non possiamo rimanere con quel pensiero, abbiamo fatto bene o abbiamo fatto male, dobbiamo cogliere quello velocemente e concentrarci sulla prossima palla”.

L’esperienza allo Sporting

Israel dopo aver firmato con il Torino non ha dimenticato di ringraziare e salutare la sua vecchia squadra in Portogallo, che lo ha aiutato a crescere come persona e come giocatore: “Quando sono andato via dallo Sporting i tifosi e la società mi hanno rivolto parole di affetto, per quello li ringrazio tantissimo, perché è stata una parte importante della mia crescita come uomo, come persona e quindi sono molto grato a loro”. Per Israel oltre alla crescita come portiere, è importante anche lo sviluppo personale, e la costruzione di un legame con la nuova squadra: “Alla fine è quello che io cerco nei posti in cui sono, di lasciare quello, non solamente come professionista ma anche come uomo, tutti i giorni, stare bene e ricevere un bel rapporto. E’ una passione che noi abbiamo ma è anche un lavoro, cerco di lasciare dei bei ricordi quindi cercherò di fare anche quello qua a Torino e lavorare tutti i giorni per essere all’altezza.

Il derby allo Sporting

Nel corso dell’intervista, Israel ha rilasciato un aneddoto in cui ha parlato del suo ultimo derby allo Sporting contro il Benfica: è stata una partita tosta ma ricca di emozioni, in cui lo stesso portiere è riuscito a rendersi protagonista: “Quando ero allo Sporting abbiamo giocato il derby in casa nel 2024, mancavano poche partite per la fine del campionato, giocavamo contro il Benfica in casa. E’ stata una partita bellissima, abbiamo iniziato a vincere subito, abbiamo fatto gol al primo minuto, poi loro hanno pareggiato al 45′. Nel secondo tempo la partita è diventata tosta e difficile, all’80’ faccio una bella parata sul tiro di Di Maria. Lo stadio è caduto e li facciamo gol 10 minuti dopo, al 92′ facciamo il gol del 2-1 e li è caduto proprio lo stadio. Mancavano poche partite per la fine e quindi quella partita era molto importante“.

Il derby contro la Juve

Adesso che è a Torino, Israel ha subito parlato della sua esperienza alla Juve e dell’importanza che sente del derby: “Il derby è una partita molto importante, io ho fatto le giovanili alla Juve e ho giocato anche contro il Toro, si vive una partita, un’ambiente veramente diverso, appena sono arrivato qua al Torino, tutti i tifosi mi hanno parlato del derby”. Il derby della Mole chiuderà il campionato, e per questo motivo, quell’incontro avrà un valore ancora più speciale: “In questo caso qua per la prima volta succede che l’ultima partita di campionato sarà il derby. Lo giochiamo a casa nostra, dobbiamo fare bene, non vedo l’ora di giocare quella partita”.

La memoria del Grande Torino

Nonostante giocasse in portogallo, Israel era già a conoscenza della Storia del Grande Torino, e del fatto che la memoria di quella squadra viene ricordata ancora oggi anche in Portogallo: “Io giocavo a Lisbona, nello Sporting, in quella città tutti sanno la storia, perché l’ultima partita che ha giocato il Grande Torino era contro il Benfica. Ora sono qui al Filadelfia, ad allenarmi dove loro hanno vinto tantissime cose, si può anche vedere la parte vecchia della tribuna, del vecchio stadio. Abbiamo tutti i nomi dei calciatori fuori che hanno vissuto la tragedia. Per noi quello è un’ emozione importante e sapere la storia che ha questo club è davvero importante“.

L’arrivo in Serie A e gli obiettivi da giocatore

Giocare in un campionato competitivo come la Serie A non è mai una sfida facile e per questo motivo sarà importante mettersi alla prova per cercare di rilanciarsi in nazionale: “Fare bene qua è molto importante, in questo campionato è molto difficile. Essere in un campionato così, giocando partite di questo livello ci permette di arrivare la e stare nel giro della nazionale che penso sia nel sogno di tutti i giocatori, di giocare un mondiale, e quest’anno ce l’abbiamo”. Israel ha infine concluso l’intervista salutando i tifosi del Toro, assicurandogli una grande dedizione alla maglia: “E’ importante fare bene, prima per il Toro e poi anche per questo obiettivo. Non vi posso fare nessuna promessa, ma quello che vi assicuro è che lavorerò tutti i giorni al massimo per fare meglio, Sempre Forza Toro.

Franco Israel of Torino FC in action during the Coppa Italia football match between Torino FC and Modena FC.
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ultimo aggiornamento: 05-09-2025


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Uomofalena
Uomofalena
3 mesi fa

Bla, bla, bla…

Cup
Cup
3 mesi fa

Mi sembra più portiere di altri che sono passati di qui nell’era Cairo…

Marcorti
3 mesi fa

Più o meno ha già dimostrato chi è: un dignitoso giovane portiere anche con margini di crescita, stilisticamente più estetico rispetto a Vanja, qualche intervento bello da vedere, discreto con i piedi.
Al momento non certo uno che ti fa la differenza.
In serate come quella di san Siro, poi…

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